17 Apr Novelle Esemplari di Miguel de Cervantes – Black Jack
“ tomè de mis albahajas Las que pude y
Las que me parecieron màs necesarias,
y entre ellas saquè estos naipes
- Y a este tiempo descubriò los que se han dicho
Que en el cuello traia-
Con los cuales he ganado mi vida por los mesones
Y ventas que hay desde Madrid aqui,
jugando a la veintiuna y, aunque vuesa merced
los vee tan astrosos y maltratados,
usan de una maravillosa virtud con quien los entiende,
que no alzarà que no quede us as debajo.
Y si vuesa merced es versado en este juego,
verà cuànta ventaja lleva el que sabe
que tiene cierto un as a la primera carta,
que le puede servir de un punto y de once;
que con esta ventaja, siendo la veintiuna envidada,
el dinero se quada en casa.”
«Riconete e Cortadillo» (Novelle esemplari, 1613), Einaudi Torino 2002
Miguel de Cervantes
“Presi dei miei tesori quel che potei e quello che mi sembrava più necessario, e scelsi fra l’altro queste carte (e al momento tirò fuori quelle di cui abbiamo parlato, che portava nel colletto)
Con le quali mi sono guadagnato da vivere nelle osterie e nelle locande che ci sono a Madrid a qui giocando a ventuno;
quantunque a vossignoria paiano sudicie e malridotte, posseggono invero una virtù meravigliosa per chi le conosce ed è che quando si alzano si trova sempre sotto un asso. Se vossignoria è pratico di questo gioco capirà il vantaggio di colui che sa che avrà con certezza un asso come prima carta, che vale mezzo punto oppure undici; con questo vantaggio essendo il punteggio di ventuno il denaro non si muove mai e resta sempre in casa».
(Traduzione di Paola Gorla)
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