Ludopatia, quando il gioco diventa patologico - Contrasto Gioco D'Azzardo - RM6-1
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Ludopatia, quando il gioco diventa patologico

Ludopatia, quando il gioco diventa patologico

Ancora ad oggi quando si parla di gioco d’azzardo molte persone sottovalutano il fenomeno. Non viene vista una reale patologia, anche perché quando si pensa alla parola “gioco” le altre correlate solitamente hanno un’accezione positiva. Solo in Italia, secondo un’indagine condotta dall’Iss nel 2018, il 36,4% dei rispondenti aveva praticato il gioco d’azzardo nei 12 mesi precedenti. Proiettando il dato sull’intera popolazione, la stima è di 18,45 milioni di italiani che hanno provato scommesse, lotterie e slot machine. Di questi solo l’8,3%, ovvero circa 1,5 milioni di italiani, è identificato come giocatore problematico. Sul territorio dei Castelli Romani, sono disponibili due sportelli, l’ultimo attivo da gennaio 2023.

Abbiamo raggiunto Marco Tramonte, psicologo psicoterapeuta e responsabile degli sportelli sul gioco d’azzardo patologico dei distretti 6.1 e 6.2 per approfondire la questione.

Come funziona la rete di ascolto dello sportello?
Il progetto del 6.1 è gestito dalla cooperativa SARC, dalla cooperativa Folias e dalla cooperativa Il Cammino, le cui équipe sono composte da psicologi, psicoterapeuti ed educatori professionali.
Ciò che facciamo nel concreto è occuparci di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico. Come? In primis tramite lo sportello di ascolto online, un esperimento che pensiamo possa portare i suoi frutti. È più facile chiedere aiuto sul web, mantiene una specie di anonimato e speriamo incoraggi più gente ad utilizzarlo. Tramite l’ascolto offriamo supporto e informazioni a persone con problematiche legate al gioco d’azzardo e ai loro familiari per orientarli verso i servizi di presa in carico socio-sanitaria attivi sul territorio. Interveniamo poi nelle scuole, per sensibilizzare e prevenire il gioco problematico. Poi, proseguendo, abbiamo l’unità di strada ed il gruppo di Ama-auto mutuo aiuto: uno spazio dove le persone con problematiche legate al gioco d’azzardo, possono confrontarsi e fornire reciproco sostegno.
Lo sportello del 6.2 è gestito sempre dalla cooperativa SARC con il partenariato di APS Attivamente. In questo caso lo sportello di ascolto è in presenza e si trova ad Albano e gli operatori svolgono anche un’ attività informativa durante i principali eventi dei Castelli Romani.

Come funziona la rete di ascolto dello sportello?
Il progetto del 6.1 è gestito dalla cooperativa SARC, dalla cooperativa Folias e dalla cooperativa Il Cammino, le cui équipe sono composte da psicologi, psicoterapeuti ed educatori professionali.
Ciò che facciamo nel concreto è occuparci di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico. Come? In primis tramite lo sportello di ascolto online, un esperimento che pensiamo possa portare i suoi frutti. È più facile chiedere aiuto sul web, mantiene una specie di anonimato e speriamo incoraggi più gente ad utilizzarlo. Tramite l’ascolto offriamo supporto e informazioni a persone con problematiche legate al gioco d’azzardo e ai loro familiari per orientarli verso i servizi di presa in carico socio-sanitaria attivi sul territorio. Interveniamo poi nelle scuole, per sensibilizzare e prevenire il gioco problematico. Poi, proseguendo, abbiamo l’unità di strada ed il gruppo di Ama-auto mutuo aiuto: uno spazio dove le persone con problematiche legate al gioco d’azzardo, possono confrontarsi e fornire reciproco sostegno.
Lo sportello del 6.2 è gestito sempre dalla cooperativa SARC con il partenariato di APS Attivamente. In questo caso lo sportello di ascolto è in presenza e si trova ad Albano e gli operatori svolgono anche un’ attività informativa durante i principali eventi dei Castelli Romani.

Come fanno i familiari ad affrontare la malattia?
I familiari hanno doppia funzione: sono vittime e risorsa fondamentale. Spesso quest’ultimi sono i primi ad interfacciarsi con gli sportelli. Loro fanno parte della cura e offriamo servizi e sostegno anche ai cari.

Come fanno i familiari ad affrontare la malattia?
I familiari hanno doppia funzione: sono vittime e risorsa fondamentale. Spesso quest’ultimi sono i primi ad interfacciarsi con gli sportelli. Loro fanno parte della cura e offriamo servizi e sostegno anche ai cari.

Lucrezia Caminiti

Link: Giornale Info Castelli Romani

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